Ricetta#2) Sarde a chiappara alla Castelvetranese

Cuoco: MARIA ETIOPIA

Difficoltà

Tempo

Costo

8 Sarde
200 gr Mollica Fresca di pane
5 uova medie
1 mazzetto di prezzemolo
Sale q.b
Aglio q.b.
Pepe q.b.
30 gr di pinoli
20 gr uvetta
½ litro di salsa di pomodoro
1 mazzetto finocchietto
½ cipolla bianca
1 spicchio d’ aglio nel soffritto
½ l di Olio di oliva
150 gr Farina di rimacinato

Preparazione salsa di pomodoro.
Mettere in un tegame 100 ml di olio di oliva, affettare ½ cipolla bianca con 1 spicchio di aglio e rosolare. Versare ½ l di salsa di pomodoro e fare cucinare a fuoco lento per circa ½ ora e aggiungere un trito di finocchietto selvatico prima di completare la cottura e salare q.b.

Preparazione della farcia.
In una ciotola mettere ½ kg di mollica, trito di prezzemolo, aglio pestato, pepe, sale, uvetta, pinoli e parmigiano.
Aggiungere 3 uova e impastare il tutto fino a raggiungere una consistenza morbida e fare riposare ½ ora in frigo.

Preparazione delle sarde.
Lavare sotto il getto dell’acqua corrente una per una.
Le sarde squamandole e deliscandole facendo attenzione a farle rimanere attaccati i due filetti.
Tagliare la cosa e togliere la pinna del dorso.

Preparazione delle chiappare.
Prendere un filetto, aprirlo, inserire la farcia, mettere un altro filetto sopra , simulando la forma della sarda, passare la “chiappara” di sarda nell’uovo sbattuto e salato e infarinare e friggere. Una volta fritte tutte le “chiappare” posizionarle su un foglio di carta assorbente . E immergerle nel sugo di pomodoro al finocchietto continuare la cottura per 15 minuti. Servire Calde.

La tradizionale cucina siciliana ha recepito influenze da ogni popolazione o cultura sia arrivata sull’isola, le sarde a chiappa sono la testimonianza dell’influenza della cultura provenzale nella società siciliana. Diffuse in tutta la sicilia e in particolare nella zona di castelvetrano, sono in prima battuta facilmente confondibili con le sarde a beccafico.
Le sarde a chiappa non si riferiscono certo alle natiche, ma la parola chiappa deriva dal provenzale clap che indicava il fico secco compresso simile nella forma ad un disco.
Nota: le sarde a beccafico sono cotte al forno, quelle a chiappara sono fritte.